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CEI - Conferenza Episcopale Italiana

09/17/2021 | Press release | Archived content

Saluto all'Incontro dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso “Missione e visione”

Cari confratelli, cari amici,
ho accolto volentieri l'invito a rivolgervi un saluto all'inizio di questa 'tre giorni' che costituisce un momento importante per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso in Italia sia per il coinvolgimento diretto delle Chiese locali sia per la creazione - grazie all'impegno dell'Ufficio nazionale - di una rete regionale di relazioni generative.
Questa assemblea è un motore di progettualità e di futuro, come dimostrano il programma molto intenso e la vostra partecipazione. Vorremmo iniziare a scrivere una pagina bella nella storia delle relazioni ecumeniche e interreligiose con le 'penne' delle Diocesi italiane. Tutte insieme! Per questo, sin d'ora, è prezioso il lavoro delle équipe regionali la cui missione obbedisce allo Spirito che non solo fa la Chiesa, ma la precede nel suo cammino, accompagnandola con segni e indicazioni.
Oggi siamo tutti invitati a compiere un passo in avanti perché l'ecumenismo e il dialogo entrino a pieno titolo nell'azione pastorale senza essere più solo appannaggio degli addetti ai lavori. «Per incontrarci e aiutarci a vicenda abbiamo bisogno di dialogare. Non c'è bisogno di dire a che serve il dialogo. Mi basta pensare che cosa sarebbe il mondo senza il dialogo paziente di tante persone generose che hanno tenuto unite famiglie e comunità. Il dialogo perseverante e coraggioso non fa notizia come gli scontri e i conflitti, eppure aiuta discretamente il mondo a vivere meglio, molto più di quanto possiamo rendercene conto» (Fratelli tutti, n.198).
Spinti dal Consiglio Ecumenico Vaticano II abbiamo investito sulle relazioni con i partner ecumenici e con quelli delle altre religioni, ma poco sulla formazione delle comunità, del popolo di Dio. Il Magistero dei Pontefici - da san Giovanni XXIII a Francesco - ha evidenziato che la dimensione ecumenica e del dialogo interreligioso devono coinvolgere parrocchie, gruppi, associazioni, movimenti, circoli culturali, federazioni, istituti religiosi e, non ultimi, i seminari, intrecciando tutta l'azione pastorale, dalla catechesi alla famiglia, dalla scuola alla comunicazione, e così via… fino alle carceri e agli ospedali.
Siamo chiamati a passare dall'approssimazione alla consapevolezza di chi vive nei territori delle nostre Diocesi. Chi ci sta accanto provoca un aggiornamento rispetto alla domanda su Dio, sull'essere oggi discepoli del Signore morto e risorto, e su ciò che lo Spirito suggerisce alla Chiesa. Dobbiamo cioè operare un discernimento pastorale rigenerativo che trova, nella dimensione dialogica, quel rinnovamento necessario e urgente indicato dal Concilio.
In quest'ottica la Presidenza della CEI ha proposto all'Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso di essere la sede di un Osservatorio permanente, che viene presentato proprio in questa 'tre giorni'. Si tratta di uno strumento che, anzitutto, permetterà di farsi prossimi ai delegati delle Diocesi, di lavorare attivamente sul territorio, incoraggiando tutte le comunità a coinvolgersi su un tema che non può più essere solo di nicchia. La nostra Italia, segnata dal pluralismo religioso, ha bisogno di una Chiesa attenta e capace di accompagnare il popolo, così che possa beneficiarne anche la dimensione sociale, politica, economica ed ecologica, come sottolinea Papa Francesco nell'Evangelii Gaudium, nella Laudato Si' e nella Fratelli tutti.
È tempo di promuovere il dialogo, l'incontro e la collaborazione fattiva, senza separarli dalla preoccupazione per una società giusta, capace di memoria senza esclusioni. Questo processo ha il suo soggetto nella gente, nella comunità, e non in una classe, una frazione, un gruppo.
L'Osservatorio permanente ha il compito di rivitalizzare il tessuto ecclesiale sul nostro territorio, incoraggiando la costruzione di reti di relazioni tra le Diocesi di una stessa Regione, e tra le Regioni e il livello nazionale. Solo così sarà possibile promuovere un ascolto autentico e una partecipazione corale del popolo di Dio. L'ecumenismo e il dialogo interreligioso sono dimensioni imprescindibili per il vissuto ecclesiale; la mancata consapevolezza di questo può causare quei ritardi che incidono negativamente sulla stessa missione della Chiesa e, prima ancora, sulla sua stessa identità.
Sia il Documento preparatorio sia il Vademecum della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi - pubblicati il 7 settembre scorso - ci sostengono in questo cammino. «In questo 'camminare insieme', chiediamo allo Spirito di farci scoprire come la comunione, che compone nell'unità la varietà dei doni, dei carismi, dei ministeri, sia per la missione: una Chiesa sinodale è una Chiesa 'in uscita', una Chiesa missionaria, 'con le porte aperte' (EG, n. 46). Ciò include la chiamata ad approfondire le relazioni con le altre Chiese e comunità cristiane, con cui siamo uniti dall'unico Battesimo. La prospettiva del 'camminare insieme', poi, è ancora più ampia, e abbraccia l'intera umanità, di cui condividiamo 'le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce' (GS, n. 1)» (Documento Preparatorio della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, n.15).
L'Osservatorio Permanente potrà offrire un aiuto di straordinaria importanza per la prima fase del Cammino sinodale, quella narrativa, che darà spazio all'ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori. Sta a tutti noi però far sì che questo strumento abbia orecchie tese e cuore aperto. Per questo auspico che questi siano giorni proficui di programmazione. Il vostro servizio è prezioso e degno di stima. Seguirò con attenzione l'evolversi del processo che oggi ha il suo inizio.

Il Signore vi accompagni con la Sapienza del Suo Spirito.