ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

04/23/2024 | Press release | Distributed by Public on 04/23/2024 06:52

Israele e Indonesia: la normalizzazione non c’è (per ora?)

L'Indonesia ha smentito la notizia pubblicata l'11 aprile sul quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth secondo cui il paese musulmano più popoloso al mondo sarebbe stato sul punto di normalizzare i rapporti con Israele. La notizia suggeriva che Jakarta stesse considerando il riconoscimento dello stato israeliano come parte del processo per aderire alla Organisation for Economic Cooperation and Development (OECD).

Secondo quanto riportato dai media israeliani, questa possibile intesa sarebbe il risultato di trattative sottobanco tra i due governi e i vertici dell'OECD. La conferma dell'imminente normalizzazione delle relazioni tra i due sarebbe giunta attraverso una lettera, inviata dal Segretario Generale dell'OECD Mathias Cormann al Ministro degli Esteri israeliano. Le fonti israeliane sostengono che il contenuto della lettera indichi che Jakarta dovrà stabilire relazioni diplomatiche con tutti i paesi membri dell'OECD prima di essere ammessa. Finora, l'OECD non ha rilasciato commenti ufficiali riguardo alle notizie riportate dai media israeliani né sulla smentita del governo indonesiano.

Al contrario, la smentita del governo indonesiano non ha tardato ad arrivare. Il portavoce del Ministro degli Esteri indonesiano, Lalu Muhamad Iqbal, ha ribadito che "al momento, non ci sono piani per stabilire relazioni diplomatiche con Israele, soprattutto alla luce delle azioni di Israele a Gaza". La prospettiva di una possibile normalizzazione dei rapporti con Israele comporterebbe significative revisioni nella posizione decennale del paese asiatico sulla questione palestinese. Una tale decisione, inoltre, danneggerebbe non poco il consenso del governo indonesiano considerando il forte sostegno della popolazione alla causa palestinese, soprattutto in relazione al conflitto in corso nella Striscia di Gaza.

Tuttavia, rimane il fatto che l'adesione dell'Indonesia all'OECD, gruppo che comprende alcune delle economie più sviluppate del mondo, potrebbe richiedere, forse inevitabilmente, una sorta di normalizzazione con Israele.

Indonesia e Palestina: decenni di cooperazione e supporto

L'Indonesia ha sempre dimostrato un forte sostegno alla causa palestinese, manifestando la sua solidarietà attraverso azioni sia simboliche che concrete. Il paese del sud est asiatico è stato tra i primi a riconoscere l'indipendenza della Palestina, ufficializzato le relazioni diplomatiche con la firma del "Joint Communique opening of diplomatic relations" nel 1989. Oltre agli incontri tra i diversi Capi di Stato che si sono succeduti alla guida dei due paesi, la solidarietà indonesiana è stata evidenziata da gesti politici significativi. Ad esempio, agli Asian Games del 1962 in Indonesia, l'allora presidente Sukarno si rifiutò di concedere il visto agli atleti israeliani. Inoltre, nel 2023, il paese del sud est asiatico è stato sollevato dal ruolo di organizzatore della World Cup Under-20 a seguito delle obiezioni sollevate da importanti figure politiche riguardo alla partecipazione di Israele. Sul conflitto in atto, l'Indonesia fin dai primi giorni si è apertamente schierata in supporto della popolazione della Palestina criticando duramente la risposta del governo Netanyahu all'attacco del 7 ottobre.

Alla base di questa solidarietà vi è un forte legame religioso. In entrambi i paesi, infatti, l'identità e la dimensione religiosa rivestono un ruolo significativo anche nella politica. Questo sentimento di solidarietà interna alla comunità musulmana è ampiamente condiviso dalla popolazione indonesiana, come dimostrano le numerose manifestazioni di protesta contro Israele che hanno avuto luogo nelle principali città del paese in seguito al 7 ottobre. Il paese del sudest asiatico enfatizza il diritto all'autodeterminazione della Palestina e critica aspramente le politiche di occupazione di Israele. Lo stesso portavoce del ministro degli esteri, smentendo la notizia della normalizzazione dei rapporti con Israele, ha ribadito il sostegno dell'Indonesia per la Palestina e la "soluzione dei due Stati".

Sebbene gli scambi commerciali tra i due pesi rimangano di volume modesto, il sostegno dell'Indonesia va oltre le mere dichiarazioni verbali, concretizzandosi nell'invio di aiuti e investimenti infrastrutturali in Palestina. Un esempio significativo è la costruzione di un ospedale nella Striscia di Gaza, Beit Lahiya - purtroppo bombardato durante il conflitto attualmente in corso. Il governo di Jakarta ha inoltre continuato a fornire aiuti e assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza per quanto possibile durante questo periodo di crisi.

Prima dell'attacco del 7 ottobre, l'Indonesia aveva avviato un processo di avvicinamento a Israele, soprattutto in ambito economico. Ciononostante, l'escalation della tensione tra Palestina e Israele ha riportato l'attenzione sulla condizione palestinese, suscitando solidarietà nella popolazione indonesiana nei confronti dei civili a Gaza e critiche contro la risposta del governo israeliano. Nonostante, quindi, i rapporti tra Israele e Indonesia sembrassero poter migliorare almeno in ambito commerciale, non sembravano esserci i presupposi per una normalizzazione dei rapporti nel breve termine.

Tuttavia, rimane la questione dell'adesione dell'Indonesia all'OECD che inevitabilmente dovrà passare da Israele.

Le ambizioni internazionali Indonesiane: l'adesione all'OECD

Il 20 febbraio 2024, il consiglio dell'OECD ha avviato le trattative per l'adesione dell'Indonesia all'organizzazione. L'OECD attualmente conta 38 membri tra le principali economie mondiali, incluso Israele. L'ingresso di un nuovo paese nell'organizzazione prevede un processo mediamente lungo, in cui il nuovo membro si impegna a intraprendere una serie di aggiustamenti alle politiche economiche e burocratiche affinché siano conformi agli standard degli altri membri. Tuttavia, il maggiore ostacolo all'adesione indonesiana rimane un altro: affinché un paese possa diventare membro, tutti gli altri devono approvarne l'ingresso all'unanimità. Ad oggi, è proprio Israele, sia a causa dell'assenza di relazioni diplomatiche tra i due paesi, sia per la posizione sostenuta sulla Palestina negli anni.

Con l'accesso all'organizzaizone, l'Indonesia, già la maggiore economia del Sud-est asiatico, spera di attirare maggiori investimenti e accordi commerciali. Il governo di Jakarta ha infatti fissato l'ambizioso obiettivo di diventare una nazione ad alto reddito entro il 2045, e il presidente neoeletto Subianto Prabowo - in linea con il predecessore Joko Widodo - mira a trasformare il paese in una potenza industriale internazionale. L'adesione all'OECD darebbe ulteriore slancio a questo processo di trasformazione nazionale, portando a ulteriori riforme economiche e all'allineamento degli standard indonesiani con quelli delle economie OECD, facilitando il commercio e gli investimenti del paese.

Anche per l'OECD è però importante avere l'Indonesia come membro. Il paese è il primo a fare domanda di adesione tra le nazioni del sud est asiatico, una regione che offre grandi opportunità di investimento e un mercato per molte delle nazioni nell'organizzazione. Inoltre, sembrerebbe che l'Indonesia stia puntando sull'adesione all'OECD, organizzazione a guida occidentale, piuttosto che unirsi ai BRICS, gruppo che include le principali economie del cosiddetto Global South - tra cui primeggiano Cina e India. A livello politico è quindi un segnale importante che l'Indonesia diventi parte dell'OECD. Il paese asiatico è anche il maggior produttore al mondo di nickel, materiale indispensabili nelle tecnologie chiave per la transizione ecologica e digitale. Dunque, per i paesi industrializzati dell'OECD, avere l'Indonesia all'interno dell'organizzazione potrebbe portare a delle agevolazioni in questo settore.

Entrambe le parti trarrebbero vantaggio da questa adesione. Tuttavia, in un momento storico in cui il sentimento anti-israeliano è molto forte tra la popolazione musulmana mondiale e con il conflitto ancora in atto, una normalizzazione dei rapporti con Tel Aviv in cambio dell'adesione all'OECD sarebbe un suicidio politico per il governo indonesiano. La popolazione ha dimostrato un forte sostegno alla causa palestinese e il governo rischierebbe di perdere credibilità tornando indietro su decenni di politica estera nei confronti della Palestina. Allo stesso tempo, però, vista la difficile posizione internazionale di Israele e le implicazioni che avrebbe la normalizzazione delle relazioni con un paese a maggioranza musulmana, difficilmente Israele accetterà l'ingresso nell'OECD dell'Indonesia senza un'apertura preventiva di canali diplomatici.