Altroconsumo - Associazione Indipendente di Consumatori

01/19/2023 | News release | Distributed by Public on 01/19/2023 04:01

Caldo fuori legge: inchiesta sulle temperature in negozi, musei e uffici pubblici

Temperature oltre i limiti di legge previsti in negozi, uffici pubblici e musei. Anche nell'anno della crisi energetica si violano le norme e si colpisce il portafogli, già compromesso dal caro bollette. Nonostante ci siano limiti precisi alle temperature da osservare in uffici e negozi, i "furbetti del termostato" non mancano a Milano e a Roma, dove siamo andati in incognito con un termometro professionale a vedere chi era in regola e chi no: un luogo su due non rispetta le norme.

Quali sono i limiti da rispettare

Lo scorso ottobre, il ministero della Transizione ecologica (oggi ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica) ha emanato il D.M. 383, che prevede di ridurre i riscaldamenti della stagione invernale 2022-2023 per contenere i consumi di gas naturale. Con le nuove misure antispreco la temperatura media da rispettare negli ambienti chiusi scende a 19 °C con una tolleranza di 2 °C. Una temperatura troppo alta, al di là della contingente crisi energetica, è da evitare sempre perché è uno spreco economico, un comportamento ambientalmente irresponsabile e una violazione della legge. Infatti, anche in passato è sempre esistito un limite per le temperature all'interno dei luoghi chiusi, pubblici o privati che siano: 20 gradi, con una tolleranza massima di due gradi. Non sono valori scelti a caso, ma individuati da esperti internazionali che studiano il "comfort climatico". Ma, come rivela questa indagine, è pratica comune che il limite sia violato.

Per organizzare l'inchiesta abbiamo coinvolto gli iscritti alla nostra community ACmakers, che ci hanno inviato oltre 1.000 segnalazioni, da 500 comuni diversi, di luoghi in cui avevano la percezione che la temperatura fosse elevata. Un aiuto il vostro che ha reso questa indagine collaborativa ricca di spunti strategici. Nella grafica c'è una sintesi dei luoghi in cui sono stati segnalati i maggiori sprechi energetici, che grazie al vostro contributo abbiamo raggiunto a colpo sicuro. Oltre alla temperatura elevata, ci avete fornito altri indicatori di spreco energetico, soprattutto porte e finestre aperte in inverno e luci accese in pieno giorno. Negozi, uffici pubblici e musei sono stati i luoghi più segnalati e infatti sono diventati oggetto della nostra indagine, realizzata a Milano e Roma lo scorso dicembre.

A Milano la metà è oltre i limiti

A Milano su nove luoghi monitorati cinque sono risultati oltre i limiti. Abbiamo cominciato con un sopralluogo al palazzo di Regione Lombardia, dove il 15 dicembre abbiamo partecipato a un convegno in sala Solesin al primo piano. La sala era affollata e il nostro termometro registrava 22 °C, dunque ben oltre il limite consigliato di 19 gradi. Dato che si tratta di un edificio nuovo, moderno, la temperatura dovrebbe essere regolata meglio rispetto a quanto si può fare in un vecchio edificio. La conferma del problema viene anche da S. C. di Milano, che ha partecipato alla nostra indagine: «Il caldo era eccessivo all'interno dell'edificio, in particolare nella sala Biagi al primo piano, dove mi trovavo per una conferenza». Ci siamo poi spostati all'ufficio anagrafe di largo De Benedetti. Nella sala d'aspetto il termometro non ha superato i 20 gradi, probabilmente perché una porta sul retro che affaccia sulle scale esterne era lasciata aperta, provocando una dispersione costante di calore, forse frutto anche della necessità di aerare legata al rischio Covid.

Tra i negozi di corso Buenos Aires, la via dello shopping milanese, è un susseguirsi di porte spalancate, nonostante l'ordinanza comunale che ne vieta l'apertura durante la stagione del riscaldamento. Da Zara abbiamo rilevato una temperatura di 23,6 °C: decisamente troppo elevata. Il record di caldo (ben 25 °C) è stato registrato nel negozio Tiger di porta Garibaldi, con commessi in maniche corte come in piena estate. Un po' meno tropicale il clima nel magazzino Zara Home in corso Venezia. Qui tra piumoni, coperte e stoviglie il nostro termometro rileva una temperatura di circa 24 gradi. Altra tappa milanese è stata la biblioteca Sormani. Nella sala dei quotidiani il termometro si ferma a 21 °C, ma in sala lettura fa più caldo e si raggiungono i 22 °C.

A Roma problemi nei musei

Nella capitale i problemi più frequenti riguardano i musei. Nel museo di Villa Torlonia ci aggiriamo tra le sale notando varie inefficienze energetiche. Sia al primo piano che al piano terra, abbiamo trovato diverse finestre aperte con le persiane socchiuse per proteggere probabilmente gli interni e gli arredi dall'eccessiva luce solare. Nonostante questo arieggiamento costante, la temperatura ha raggiunto i 21,3 °C. Altro segnale di disattenzione verso i consumi, il bel salone al piano terra, che seppure inondato dalla luce mattutina del sole, aveva tutti i lampadari accesi.

Nella tarda mattinata del 21 dicembre visitiamo i Musei Capitolini in piazza del Campidoglio e già nella prima sala notiamo una grande porta finestra socchiusa. Gli ambienti sono molto grandi, quindi pur avendo i riscaldamenti accesi le temperature arrivano a 20 gradi nelle sale, grazie appunto alle finestre lasciate aperte. Pur avendo personale di sorveglianza, le sale vengono lasciate così.

Anche qui i luoghi più caldi sono i negozi. Da Tiger in via Cesare Battisti abbiamo rilevato 22 gradi sebbene in fondo al negozio fosse in funzione un condizionatore che faceva circolare aria fresca: i commessi lavoravano in maniche corte. In un grande magazzino, il Coin di piazzale Appio Claudio, ci fermiamo al reparto casa al terzo piano e qui il nostro termometro fa registrare una temperatura di 22 gradi. «L'ambiente era molto caldo - testimonia S. P. di Roma - anche togliendosi la giacca». Negli uffici anagrafe che abbiamo visitato, invece, la temperatura non supera le linee guida ministeriali dei 19 °C, in più c'è l'invito a non sprecare energia rivolto ai frequentatori.