02/25/2022 | News release | Archived content
Quello che sta accadendo in queste ore in Ucraina è motivo di vera angoscia. Purtroppo il modo in cui questa guerra si interseca con la politica energetica europea, fatta di investimenti massicci sul gas fossile, ci spinge per l'ennesima volta a dire che "avevamo ragione noi".
Però, a volte, come in questo caso, l'avere ragione lascia l'amaro in bocca. Perché, purtroppo, avevamo ragione quando dicevamo al governo italiano e alle istituzioni europee che continuare a investire sulle fossili, oltre ad aggravare l'attuale condizione climatica, avrebbe creato delle dipendenze troppo forti da paesi la cui democrazia è a rischio o un concetto discutibile, Russia in primis.
Con i se e con i ma non si fa la storia, ma lasciatecelo dire, se oggi l'Unione Europea avesse una maggiore capacità di autoprodurre la propria energia tramite fonti rinnovabili, e non fosse così dipendente dal gas fossile, probabilmente avremmo uno strumento in più per fare pressione sulla Russia e tutelare la popolazione ucraina, oggi vittima dei bombardamenti russi. Invece siamo dipendenti per circa il 40% dalle importazioni di gas dalla Russia, e l'instabilità degli ultimi mesi la stiamo pagando con un aumento impressionante dei costi delle bollette del gas e dell'elettricità.
Per quanto l'attuale conflitto non sia unicamente e direttamente imputabile a ragioni di carattere energetico, sicuramente la posizione scomoda in cui si trova l'Europa, caratterizzata da un costante bisogno di gas fossile e schiacciata tra il mercato russo e quello statunitense, non ci permette di prendere decisioni in maniera indipendente e esercitare quel ruolo di mediazione e dialogo che avremmo potuto e dovuto giocare, fornendo a chi oggi minaccia la pace degli importanti strumenti di ricatto.
Ci teniamo, infine, ad esprimere la nostra vicinanza alla popolazione ucraina auspicando un immediato stop alla guerra e ritorno alla pace.
Saremo presenti nelle prossime ore e nei prossimi giorni nei presidi e nelle manifestazioni per la pace che si stanno moltiplicando sui territori.
E animeremo anche i social network con una mobilitazione virtuale per chiedere di fermare questa ennesima terribile guerra.