Ascom Padova

05/07/2024 | News release | Distributed by Public on 05/07/2024 02:50

PAYBACK DISPOSITIVI MEDICI: ATTESA PER L’INTERVENTO DELLA CORTE COSTITUZIONALE

L'Ascom Confcommercio di Padova: "illegittimo mandare in crisi le aziende per risanare le perdite della finanza pubblica"

La data è quella del 22 maggio. E sarà una data decisiva perché quel giorno è prevista l'udienza pubblica alla Corte Costituzionale sulla questione di legittimità del payback dei dispositivi sanitari dopo i ricorsi dei produttori.
Sul payback relativo ai dispositivi medici che obbliga le aziende del comparto Sanità a rimborsare il 50% delle spese effettuate in eccesso dalle Regioni era intervenuta più volte anche l'Ascom Confcommercio di Padova. Con un obiettivo: tutelate le aziende e i lavoratori.
"Che sia una pratica ingiusta - sottolineano in Ascom Confcommercio - è un dato di fatto perchè mette a rischio la tenuta delle PMI del settore, compromettendo il Sistema Sanitario Nazionale".
Con l'approvazione di questa normativa, infatti, si mette a rischio il tessuto dei fornitori ospedalieri, composto per il 95% da micro, piccole e medie imprese, con oltre 100mila lavoratori coinvolti a livello nazionale.
"Noi non contestiamo il contenimento della spesa pubblica - precisano in Ascom Padova - ma il provvedimento del payback è ingiusto e assolutamente vessatorio perché deresponsabilizza gli amministratori pubblici, penalizzando invece i produttori e i distributori di dispositivi medici".
In Confcommercio Ascom Padova fin da subito hanno dimostrato di non comprendere la "ratio" del provvedimento.
"O meglio - evidenziano - la comprendiamo forse troppo bene: si scaricano sulle imprese gli "sforamenti" di bilancio delle Regioni anche se, è doveroso ricordarlo, il periodo pandemico può avere influito. In ogni caso si tratta di pagamenti per qualcosa come 1,1 miliardi di euro!".
In Ascom però sono certi: il payback dispositivi medici ha i giorni contati. La sua incostituzionalità, infatti, non potrà che essere confermata nel corso dell'udienza fissata dalla Consulta per discutere dell'ordinanza del Tar Lazio che, per prima, ha sollevato la questione di legittimità di un dispositivo assurdo.
"Forse - mettono in chiaro all'Ascom - solo in qualche Paese governato da una dittatura si obbligano migliaia di fornitori del servizio sanitario a ripianare, di tasca propria, le perdite della finanza pubblica. Per cui quello alla Consulta sarà un passaggio fondamentale: sapremo infatti se in Italia è legittimo mandare in crisi le aziende che hanno fornito i dispositivi salvavita a milioni di pazienti italiani".
Dunque si attende. Con ansia ma anche con "ragionato ottimismo". L'auspicio è che la Consulta ponga fine all'applicazione di questa legge che, oltre ad essere vessatoria nei confronti delle imprese, mette a rischio la tenuta economica dell'intero comparto oltre alla stabilità del Servizio sanitario nazionale.

PADOVA 3 maggio 2024