03/28/2024 | News release | Distributed by Public on 03/28/2024 04:08
Sono questi i temi che Webuild deve affrontare e che RobertoGiordano, professore ordinario di Tecnologia dell'architettura al Politecnico, affronta con il suo gruppo di ricerca da diversi anni. "Il lavoro del nostro team - spiega Giordano - ha iniziato prendere in considerazione il tema della valutazione d'impatto ambientale negli anni Settanta, attraverso la sperimentazione delle prime tecnologie termo-edilizie in architettura. Siamo partiti dagli obiettivi di risparmio energetico per arrivare, oggi, a studiare gli impatti generali sull'ambiente e, quindi, come contribuire alla decarbonizzazione". In particolare, negli ultimi 10 anni all'interno del DAD sono stati sviluppati metodi e strumenti che valutano l'impatto dei prodotti e dei processi di costruzione. "Il primo contatto con Webuild - racconta Giordano - è avvenuto dopo un webinar organizzato dal Green Building Council Italia, in cui DAD ha presentato alcuni risultati di uno studio simile a quello che poi è stato sviluppato con l'azienda, relativo alla carbon footprint".
Dall'unione dell'esigenza di Webuild con le capacità di ricerca del Politecnico è nato il progetto AMICO, acronimo di Account Method for Infrastructure embodied CarbOn."Si è trattato - spiega Giordano - di un programma di ricerca complesso, che nell'arco di due anni ha messo a punto una metodologia per la contabilizzazione delle emissioni di anidride carbonica equivalente delle opere che Webuild realizza. Questo risultato è stato reso possibile da particolari algoritmi che tengono conto delle condizioni reali di realizzazione dell'opera". Due gli strumenti messi a punto. Da un lato, AMICO Excel un modello di calcolo che elabora i dati relativi all'impatto ambientale dei materiali che Webuild acquisisce dai propri fornitori, trasporta in cantiere e pone in opera. Dall'altro, AMICO BIM un codice specifico per l'ambiente Building Information Modeling (BIM) utile a determinare la carbon footprint delle opere in corso di progettazione e di realizzazione (tale attività è stata possibile con l'aiuto de colleghi del gruppo di rappresentazione digitale che fa capo a Massimiliano Lo Turco, docente del DAD)". Giordano ancora precisa: "Oggi abbiamo raggiunto un primo traguardo, ma ci sono ampi margini di approfondimento e studio".
Margherita Santamicone aggiunge: "La collaborazione con il Politecnico è stata importante non solo per i risultati raggiunti, ma anche perché ci ha aiutato strutturare gli obiettivi di ricerca e il metodo più efficace per raggiungerli. Un metodo che non abbiamo acquistato preconfezionato e poi adattato, ma costruito passo dopo passo sulle nostre esigenze, con un percorso in cui i ricercatori del Politecnico sono stati nostri reali compagni di lavoro. Questo è stato fondamentale e può valere per ogni realtà aziendale".