ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

11/15/2023 | Press release | Distributed by Public on 11/15/2023 11:59

Le forze israeliane nell’ospedale al Shifa

All'alba di oggi l'esercito israeliano ha annunciato di essere entrato nell'ospedale al Shifa di Gaza per condurre quella che ha definito "un'operazione precisa e mirata contro Hamas in un'area specifica" del complesso medico. La decisione di inviare truppe nella struttura - il principale ospedale della Striscia, in cui oltre al personale medico e i pazienti si trovano migliaia di sfollati - segna un'escalation dell'offensiva israeliana a Gaza che alimenterà le richieste di un cessate il fuoco, finora cadute nel vuoto. Il nosocomio è considerato un obiettivo strategico dalle truppe israeliane, che ritengono che sotto di esso si trovi il quartier generale di Hamas nella Striscia e che da qui si dipani una fitta rete di cunicoli sotterranei utilizzati dai miliziani per nascondersi e lanciare attacchi verso Israele. L'intelligence militare sospetta anche che sia in questa parte dei tunnel sotterranei che vengano detenuti la maggior parte dei circa 240 ostaggi israeliani sequestrati il 7 ottobre dai miliziani palestinesi. Al momento non è chiaro quanti militari siano entrati nell'ospedale e se intendano rimanerci. Un funzionario del ministero della Sanità gestito da Hamas all'interno dell'ospedale ha riferito al Guardian di aver visto carri armati all'interno del complesso e "decine di soldati all'interno degli edifici di emergenza e di accoglienza". Altre fonti riferiscono che i soldati israeliani stavano interrogando persone, tra cui pazienti e medici.

Via libera dagli Usa?

L'ingresso dei militari israeliani nell'ospedale, già assediato da giorni, avviene all'indomani delle dichiarazioni di funzionari americani che hanno definito 'fondate' le accuse israeliane ad Hamas di utilizzare scuole e ospedali come centri di comando e depositi di munizioni. In una conversazione con i giornalisti a bordo dell'Air Force One, John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, ha detto che gli Stati Uniti dispongono di informazioni di intelligence che mostrano come Hamas e altri gruppi militanti palestinesi stiano utilizzando l'ospedale al-Shifa e altre strutture mediche per attività militari e per la detenzione di ostaggi, il che - ha aggiunto - "costituisce un crimine di guerra". Kirby ha rifiutato di fornire dettagli sulle informazioni in questione, ma ha chiarito che "vanno oltre quelle raccolte dai servizi segreti israeliani". Dichiarazioni in contrasto con quanto sostenuto da rappresentanti e medici palestinesi, che negano che l'interno dell'ospedale sia utilizzato da Hamas come avamposto militare. Finora la Casa Bianca non ha commentato l'operazione israeliana, ma in un comunicato Hamas accusa l'amministrazione americana di aver dato "il via libera" al governo di Tel Aviv "per commettere ulteriori massacri contro i civili".

Gli ospedali non sono campi di battaglia?

Pur in un contesto drammatico come quello in corso, l'entrata dei militari nell'ospedale, già messo a dura prova dall'assenza di acqua, elettricità e attrezzature sanitarie e strabordante di civili, ha sollevato un'ondata di indignazione mista a sgomento. L'alto rappresentante delle operazioni umanitarie delle Nazioni Unite (Ocha) Martin Griffiths, si è detto "sconvolto" dall'offensiva israeliana, e il capo dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato che l'attacco all'ospedale è "totalmente inaccettabile". "Sono sconvolto dalle notizie di raid militari nell'ospedale al-Shifa di Gaza - ha osservato Griffiths - La protezione dei neonati, dei pazienti, del personale medico e di tutti i civili deve prevalere sulle altre preoccupazioni. Gli ospedali non sono campi di battaglia". Principale struttura medica della Striscia, l'ospedale Dar alShifa (Casa della Guarigione) ospitava prima della guerra tra i 600 e i 900 posti letto. Secondo il ministero della Sanità, controllato da Hamas, negli ultimi tre giorni almeno 32 pazienti, tra cui tre neonati prematuri, sono morti, mentre il personale medico non si sta attenendo agli ordini di evacuazione intimati dalle forze armate israeliane perché 700 pazienti non possono lasciare l'ospedale. Ad al-Shifa ci sarebbero ancora tra i 200 e i 500 operatori sanitari e circa 1500 sfollati.

Malessere nell'amministrazione Biden?

Anche se gli Stati Uniti non hanno ancora formulato un appello per il cessate il fuoco, le pressioni all'interno dell'amministrazione americana starebbero aumentando, come pure le divisioni all'interno del dipartimento di Stato. In una lettera a Joe Biden e al suo esecutivo, più di 500 tra funzionari e membri dello staff di circa 40 agenzie hanno criticato il sostegno incondizionato a Israele nella sua guerra contro la Striscia di Gaza e promosso un appello per la cessazione delle ostilità. La lettera, secondo quanto riportato dal New York Times, denuncia l'attacco di Hamas del 7 ottobre, ma invita Biden a frenare la campagna militare israeliana che ha causato finora la morte di 11.320 persone, tra cui 4.650 bambini. "Chiediamo al presidente Biden di reclamare urgentemente un cessate il fuoco e un allentamento dell'attuale conflitto garantendo l'immediato rilascio degli ostaggi israeliani e dei palestinesi detenuti arbitrariamente; il ripristino di acqua, carburante, elettricità e altri servizi di base; e il passaggio di adeguati aiuti umanitari alla Striscia di Gaza", afferma la missiva, anticipata nei contenuti da tre promemoria interni al segretario di Stato Antony J. Blinken firmati da dozzine di dipendenti e una lettera aperta da parte di oltre mille funzionari dell'agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid). Posizioni che riflettono il crescente disagio tra i funzionari statunitensi riguardo alla politica di Biden di enfatizzare il diritto di Israele a difendersi in pubblico, cercando al contempo di frenare le sue ritorsioni in privato. "Questo approccio non è stato efficace - hanno osservato alcuni funzionari coperti dall'anonimato - ed è arrivato il momento di cambiarlo".

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A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online Publications)

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