ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

05/16/2024 | Press release | Distributed by Public on 05/16/2024 10:44

Xi e Putin: friends will be friends

Chiunque abbia pensato che il rapporto tra Vladimir Putin e Xi Jinping fosse sul punto di incrinarsi dovrà ricredersi. A ribadire che sono "grandi amici" è la visita di due giorni in corso nella capitale cinese in cui il presidente russo - a favore di telecamere - è stato pomposamente accolto da Xi nella Grande Sala del Popolo. Il leader cinese ha salutato i "legami strategici" tra i due paesi, formalizzati in una dichiarazione congiunta firmata durante una cerimonia nel pomeriggio, e affermato che l'intesa darà "un forte slancio" allo sviluppo delle loro relazioni. La visita - la 43esima tra i due e la prima all'estero dal giuramento di Putin per un nuovo mandato come presidente della Russia - avviene mentre le truppe russe avanzano nell'est dell'Ucraina sulla strada per Kharkiv, a causa dei ritardi nella consegna di aiuti europei e americani a Kiev e mentre l'economia e il sistema di difesa russi mostrano una notevole capacità di resilienza alle sanzioni occidentali. Una situazione che molti funzionari degli Stati Uniti imputano al sostegno cinese, che Pechino nega. Nella conferenza stampa congiunta Xi e Putin hanno affermato i rispettivi paesi concordano su una "soluzione politica" alla guerra in Ucraina e che Pechino spera di vedere un rapido ripristino "della pace e della stabilità in Europa". Lo sviluppo dei legami tra i due paesi "favorisce la pace, la stabilità e la prosperità nella regione e nel mondo" ha detto Xi, auspicando una soluzione "a due Stati" per il conflitto in Medio Oriente.

Do ut des?

Ma su cosa si basa "l'amicizia" tra i due paesi, che più volte i diplomatici cinesi hanno definito "una partnership", sottolineando al contempo che non si tratta di un'alleanza? Una cosa è certa: se anche altri paesi hanno sostenuto la Russia negli ultimi due anni, Pechino è stata un'ancora di salvezza per Putin, la cui economia è diventata sempre più dipendente da Pechino. Oggi, con quasi il 20% del petrolio importato in Cina, Mosca ha superato l'Arabia Saudita come maggiore fornitore di greggio del paese, mentre il commercio complessivo tra i due paesi è aumentato del 26% tra il 2022 e il 2023. Non è tutto: la loro è una collaborazione a tutto campo, che riguarda anche il settore militare e della difesa. Le forze armate russe e cinesi si esercitano insieme sempre più spesso e Pechino è rapidamente diventato il principale fornitore di tecnologie 'dual use' essenziali all'industria bellica russa. Tra il 2021 e il 2023 le esportazioni cinesi di semiconduttori verso la Russia sono quasi raddoppiate - osserva il Financial Times - come anche l'export di macchinari per la produzione di chip e i cuscinetti a sfera. Formalmente, Pechino continuare a ribadire la propria neutralità nel conflitto ucraino e appare sempre più riluttante a investire su nuovi gasdotti che dovrebbero portare a est il gas che Mosca non può più vendere all'Europa. Tuttavia, i dati parlano chiaro: da marzo 2023, data dell'ultimo incontro diretto tra Xi e Putin, più di un componente militare critico su due importato dai russi è arrivato dalla Cina.

Un rapporto sbilanciato?

Se i dati commerciali supportano le accuse americane, secondo cui di fatto la Cina sta sostenendo la macchina bellica della Russia e la sua economia, confermano però che la loro è una relazione fortemente asimmetrica e che la dipendenza da Pechino costituisce una crescente debolezza per Putin. Se entrambi i paesi, infatti, sono governati da regimi autoritari, fortemente legati al mito di una grandezza storica e uniti dalla rivalità con gli Stati Uniti, la Russia a livello economico è un decimo della Cina e ha più bisogno di Pechino di quanto sia vero il contrario. La Cina costituisce per la Russia un mercato di sbocco essenziale e, oltre ad essersi rivelata vitale per la sua industria, permette a Mosca di respingere la narrazione occidentale secondo cui il paese sarebbe 'isolato' al livello internazionale. Cina e Russia condividono poi un confine lungo più di 4mila chilometri, il più lungo del mondo, da cui l'impossibilità di compromettere le relazioni di buon vicinato. Tuttavia, Xi non vuole farsi trascinare da Putin in uno scontro con la Nato, e ha paura di essere travolto dalle sanzioni secondarie da parte di Stati Uniti e Unione Europea. Nel rapporto con Mosca, insomma, il leader cinese sa di dover agire con cautela e mantiene il coltello dalla parte del manico poiché a guidarlo è il pragmatismo più che la necessità . Lo dimostrano bene le differenze nel riportare la visita di oggi sui rispettivi media: mentre quelli russi celebrano la "grande amicizia" in toni entusiastici, da quelli cinesi invece è scomparso il "senza limiti".

Profeti di un nuovo ordine?

Sarebbe sbagliato pensare però che quello tra i due paesi sia un legame fondato solo su congiunture economiche o contingenze momentanee. Mosca e Pechino vedono l'uno nell'altro un partner che non minaccia la rispettiva stabilità interna e che condivide una visione simile del modo:soprattutto condividonola necessità di creare un nuovo ordine internazionale che sostituisca quello attuale, che essi ritengono costruito sugli interessi occidentali e che nega loro il dovuto ruolo di grandi potenze globali. Il presidente Putin lo ha ribadito chiaramente oggi in Piazza Tienanmen, dopo aver scambiato una calorosa stretta di mano con il suo ospite: "Russia e Cina stanno lavorando insieme per creare un ordine mondiale più giusto e basato sul diritto internazionale e sull'equilibrio degli interessi di tutti i paesi". Questo nuovo ordine, a detta del presidente russo dovrebbe basarsi "sul ruolo centrale delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza, sul diritto internazionale, sulla cultura e sulla civiltà" garantendo "un equilibrio degli interessi di tutti i membri della comunità internazionale". Putin ha sottolineato che la cooperazione Russia-Cina non è diretta "contro nessun'altra potenza" ed è un fattore "stabilizzante" per il mondo. "Intenzionalmente e attraverso una confluenza di circostanze, Mosca e Pechino mirano a creare un mondo multipolare in cui il potere sia diffuso - osserva Philippe Ivanov - e la cui caratteristica principale è che il potere degli Stati Uniti sia diluito".

Il commento

Di Filippo Fasulo, Co-Head, Osservatorio Geoeconomia ISPI

"Dopo essere stato in Europa la settimana scorsa, Xi Jinping riceve Putin a Pechino mettendo in chiaro quale sia il rapporto preferenziale della Cina di oggi. L'"amicizia senza limiti" dichiarata nel 2022, poco prima dell'invasione dell'Ucraina, è confermata dalla volontà di mettere in discussione l'attuale sistema internazionale incentrato sugli Stati Uniti e l'Occidente in favore di una maggiore centralità di BRICS e Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (SCO). La preoccupazione dei due leader è la messa in sicurezza delle relazioni economiche dalle sanzioni occidentali, in un periodo di dazi statunitensi sui prodotti cinesi. In generale, la spinta è verso una riforma del sistema internazionale che ponga fine all'unilateralismo che si era creato dopo la fine della Guerra Fredda, un proposito che tiene unite Russia e Cina nonostante le differenze esistenti e che sono destinata ad acuirsi nel futuro a causa dello sbilanciamento economico tra i due e della crescente dipendenza di Mosca da Pechino".